Partiamo dalla conseguenza più immediata ed evidente: ai dipendenti pubblici non sarà più richiesto il cartellino per entrare in ufficio come previsto dalla legge Concretezza e si dovranno implementare tecnologie di rilevazione presenze con algoritmi biometrici.
L'impronta digitale identificherà il dipendente ed il suo orario di inizio e ne rileverá la presenza, inoltre il tutto sarà ripreso da telecamere.
Come sostiene Giulia Bongiorno, ministro della Pubblica Amministrazione, questa legge è “ [... ] un’arma contro l’assenteismo, in troppi la stavano facendo franca, ora grazie alla videosorveglianza e rilevamtento prezenze biometrico si preverrà il fenomeno [...]”. Un’intenzione mirata ad un problema specifico e piuttosto diffuso, stando ai dati.
La novità seguirà il pricipio della gradualità, e probabilmente si partirà dalle amministrazioni più grandi, per poi portarla a poco a poco su tutto il territorio.
Giulia Bongiorno ha più volte sottolineato che esistono realtà avanti nel progetto, ad esempio in Campania, dove il sistema di rilevamento presenze con biometria è stato già sperimentato con successo.
Il regolamento attuativo previsto nel decreto legge sta per scattare su tutto il territorio e coinvolgerà gran parte delle figure professionali dell’attuale mercato del lavoro anche se, in prima istanza, non saranno compresi gli insegnanti. Ci sarà infatti un decreto apposito per i dirigenti scolastici, i magistrati ed i prefetti.
Il Garante della Privacy ha espresso alcune osservazioni in merito, ma appare chiaro che l'era delle impronte digitali è già iniziata.
Riassumendo, quasi nessuno sarà esentato da questo nuovo regolamento. Ora, con la giornata lavorativa controllata e con l'imposizione del registro orario, possono decisamente cambiare i rapporti tra azienda e lavoratore.
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